Ad Aosta, giovedì 21 novembre, come ampiamente annunciato, è caduta un po’ di neve, e come sempre accade, il traffico cittadino si è ulteriormente complicato, soprattutto a causa di chi, alle porte dell’inverno, si ostina a circolare con pneumatici estivi, nonostante in Valle d’Aosta dal 15 ottobre ci sia l’obbligo di montare quelli invernali (normativa spesso aggirata dalla possibilità di tenere nell’auto catene o calze da neve) e costringendo così tutti gli altri automobilisti a sopportare veicoli che non stanno in strada, che non frenano e non curvano e si piantano in mezzo alla carreggiata.
Non a caso, il sindaco di Quart, Fabrizio Bertholin, che nella vita civile è un ispettore del Corpo forestale della Valle d’Aosta, ha ricordato che «oltre 30 centimetri di neve in meno di cinque ore possono talvolta mettere in difficoltà anche lo sgombero neve più efficiente – ha scritto sui social – se a questo aggiungiamo la presenza sulle strade di auto impantanate e bus senza catene, effettuare il servizio nei tempi può diventare complicato».
«Non per nulla nei giorni scorsi il Centro funzionale ha emesso un’allerta gialla per forti nevicate, tanto derisa e vituperata sui social – ha aggiunto il primo cittadino del comune della Plaine – se l’allerta viene emessa non è per creare né panico né allarmismo ma per informare i cittadini, con giusto preavviso, che potrà verificarsi un’intensa precipitazione con tutte le conseguenze che può portare, in modo che ci si possa organizzare, dotare di catene o antineve, se possibile rimandare appuntamenti ed evitare spostamenti non urgenti o di infilarsi in zone potenzialmente pericolose con rischio per la propria incolumità e quella degli altri. Ed invece, puntualmente, si vedono auto senza gomme termiche, bus senza catene… niente di nuovo insomma…».
Ad Aosta, nel dicembre 2023, l’Amministrazione comunale aveva aumentato di quasi 150mila euro l’impegno di spesa per lo sgombero neve nelle strade del capoluogo e sulla pista ciclabile, organizzato in nove diversi lotti, per un totale che, nei tre anni, dal 2022 al 2024, supera i tre milioni di euro (3.026.561,93) ma purtroppo, bisogna prendere atto che permangono ancora diverse criticità che rendono ancora più complessa la viabilità cittadina e, come ha spiegato bene Bertholin, consigliano di limitare la propria mobilità fin quando la situazione non torna normale.
Chi si occupa di sgombero della neve sono quasi sempre imprese edili, che spesso utilizzano allo scopo mezzi obsoleti ed inquinanti, cercando di ottimizzare le uscite e le richieste dei capitolati delle gare d’appalto, che sono assegnate sulla base del maggior ribasso della base d’asta.
È chiaro anche che, se per gran parte dei valdostani la neve rappresenta una risorsa, questa, soprattutto in ambito cittadino, viene vista come un fastidio e, considerato che non si può escludere che il problema si possa risolvere da solo con qualche bella giornata di sole, è ovvio che chi deve decidere quando e come far uscire i mezzi (e pagare chi li utilizza) cerchi di limitare le spese.
Così si arriva a lavori fatti di fretta: se i grandi spazzaneve si limitano a spostare la neve accumulandola (e compattandola) a lati delle strade o nei parcheggi, non mancano i successivi passaggi con i piccoli mezzi spargisale, spesso usato in eccessiva abbondanza rispetto alle necessità, contribuendo all’inquinamento sul territorio.
Di fatto anche ad Aosta si conferma la totale ignoranza nel considerare le colonnine di ricarica un servizio essenziale per chi sceglie di muoversi senza emissioni inquinanti, e quindi chi si è occupato dello sgombero in piazza della Repubblica, ha deciso di accumulare la neve davanti alla HPC di Duferco senza neppure poi pulire decentemente il resto degli stalli, rendendoli così di difficile utilizzo, tanto che un automobilista con una Tesla Model Y, per poter caricare, si è dovuto mettere contromano e con mezza auto fuori dal parcheggio, senza contare i numerosi abusivi che, come capita spesso, consci della propria impunità, lasciano l’auto termica «solo per cinque minuti» anche su due o tre stalli, ignorando evidentemente il rischio di vedersela rimossa dal carro attrezzi, con una sanzione tra gli 87 ed i 345 euro. Ci sono anche quelli che si reputano più furbi, che conoscendo la differenza tra fermata e sosta, visto che sulla colonnina c’è solo il divieto di sosta, lasciano l’auto termica accesa e se ne vanno nel centro storico a farsi gli affari propri, esplicitando così tutta la loro sensibilità ambientale e la loro capacità di rispettare le regole.
Dopotutto in questi giorni trovare un parcheggio pubblico in strada ad Aosta è quasi impossibile: molte auto sono rimaste nei parcheggi, sepolte sotto la neve e bloccate anche da quella che, successivamente, gli è stata spinta contro dai mezzi, mentre la mancata pulizia degli stalli ha lasciato dei cumuli ghiacciati di difficile rimozione e che comunque non invogliano l’automobilista a rischiare le proprie gomme oppure di restare impantanato, rischiando, un volta scesi dall’auto, anche di scivolare a causa delle lastre di ghiaccio create dalle bassissime temperature notturne. Significativo è il caso di piazza Roncas, sempre nel centro storico di Aosta, ZTL molto trafficata a causa dell’assenza di un controllo remoto, dove chi ha effettuato lo sgombero ha accumulato la neve intorno alle fioriere con le panchine. Oltre a rendere inutilizzabili le sedute succede anche che durante il giorno la neve si scioglie creando dei rivoli che, vista la pendenza della piazza, finiscono sulla linea di cammino. La sera, con l’abbassamento delle temperature tutta quest’acqua si congela trasformando la piazza in un’ampia area ghiacciata, che si scioglierà solo nella tarda mattinata del giorno successivo, resistendo al passaggio dei numerosi studenti e scolari che attraversano la piazza per andare a scuola o coloro i quali si recano all’ospedale, desiderando evitare, magari, di dover ricorrere a cure ortopediche.
Se invece di considerare la neve un fastidio questa diventasse una risorsa e, fin quando resta riutilizzabile (i cumuli di neve cittadini in poco tempo si trasformano in discariche e puzzolenti raccoglitori di deiezioni canine, segno evidente dell’assenza dell’educazione da parte dei proprietari), invece spostarla la si potrebbe recuperare e la si portare dove serve, magari in quota, conservandola (lo snow farming non è certo una novità), così magari evitando doverla poi produrre con altissimi costi energetici ed ambientali che in Valle d’Aosta ricadono sulla collettività, dato che tutte le società che gestiscono le piste da sci e gli impianti di risalita sono pubbliche.
Certo, una passata con il vecchio Defender euro zero a nafta «che non si può spegnere perché poi non riparte più» richiede pochi minuti ed uno sforzo minimo: per spostare la neve ci vogliono almeno due mezzi e richiede più tempo e personale, ma forse la logica della tutela ambientale e del buon servizio pubblico richiedono un impegno maggiore rispetto alla ricerca del guadagno massimo.
Aggiornamento dopo una settimana
In realtà non c’è molto da aggiornare: gli stalli delle colonnine di piazza della Repubblica non sono stati puliti, come potete vedere nella foto scattata mercoledì 27 novembre, dopo quasi una settimana dalla nevicata, e chi doveva ricaricare si è parcheggiato come poteva, spesso contromano e parzialmente fuori dagli spazi.
I primi giorni della settimana sono stati caratterizzati da un persistente gelo ma poi le temperature si sono alzate, sciogliendo buona parte della neve presente in città, che ora è quasi tutta grigia e sporca, essendo stata esposta per giorni ai fumi di scarico.
I resti della neve accumulata sugli stalli in piazza della Repubblica sono effettivamente più bianchi e sono stati parzialmente ridimensionati dalle BEV e PHEV che, nonostante le difficoltà, hanno comunque cercato di ricaricare, parcheggiandoci sopra nel limite del possibile, arrivando così alle colonnine, i cui cavi, soprattutto quelli della HPC, sono perfettamente dimensionati rispetto alla lunghezza dello stallo stesso.
La determinazione del Comune di Aosta dove si aumentano le spese per lo sgombero della neve