Mercoledì 7 agosto 2024 si è tenuto il Tavolo Automotive al Ministero delle imprese e del made in Italy, presieduto dal ministro Adolfo Urso insieme al vice ministro Valentino Valentini ed ai sottosegretari Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci. A Palazzo Piacentini, a Roma, sede del Ministero, erano presenti anche i rappresentati delle aziende che producono veicoli in Italia, delle organizzazioni sindacali e datoriali della filiera, delle Regioni e dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica – Anfia.
“Accompagnare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche e sostenere le fasce le meno abbienti. Questi i quattro obiettivi centrati in soli due mesi dal piano ecobonus – si legge in una nota del Ministero – a questi dati incoraggianti, che evidenziano la buona riuscita del piano, non è corrisposto però un incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani, il quinto target stabilito”.
“Per questo motivo – continua la nota – il piano incentivi per i prossimi anni verrà rimodulato, spostando il focus sull’offerta e puntando su una programmazione pluriennale delle risorse per favorire le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti e le famiglie negli acquisti”.
«La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità – ha dichiarato il ministro Adolfo Urso – la priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa».
Il Ministero ha quindi anticipato che è allo studio l’introduzione “di un meccanismo che privilegi le produzioni a elevato contenuto di componentistica europea e che garantisca la sostenibilità delle produzioni”.
Anfia, per voce del presidente Roberto Vavassori, ha sottolineato che «come fatto in occasione delle due recenti missioni in Cina al seguito del ministro Adolfo Urso e della premier Giorgia Meloni, è tempo di mostrare agli OEM cinesi e in generale a possibili nuovi investitori che l’Italia ha una filiera di fornitura completa, già disponibile e in molti casi all’avanguardia tecnologica. Le politiche di attrazione di un possibile secondo costruttore sul nostro territorio vanno nella direzione di valorizzare le sinergie, così da ottenere volumi di produzione nazionale più alti a garanzia della tenuta della filiera».
Sul target di un milione di veicoli leggeri prodotti in Italia, Anfia ha auspicato che l’accordo con Stellantis “possa concludersi in tempi brevissimi con l’impegno concreto dell’azienda ad accrescere le produzioni nazionali” dopo che la produzione di auto e veicoli commerciali leggeri in Italia nel primo semestre 2024 è intorno a 300.000 unità, con un -25% sullo stesso periodo del 2023, e per la seconda parte dell’anno non sono previsti volumi in crescita.
Anfia chiede quindi di “non abbandonare le attività strategiche di ricerca ed innovazione sul territorio e a rafforzare e non sciogliere i rapporti con la filiera italiana della fornitura. Le nostre associate, sia le piccole che le medie aziende e le multinazionali, vivono una situazione sempre più insostenibile. Non devono venire discriminate a parità di competitività rispetto ad offerte provenienti da Paesi ultra-low cost. Oltre ad essersi internazionalizzate nel corso degli anni, moltissime aziende italiane della componentistica intendono mantenere un forte legame con il Gruppo Stellantis e quindi l’impegno strategico di quest’ultimo può compromettere anche pesantemente la loro sopravvivenza. Di comune intesa con il Ministero, verranno affrontati quanto prima i temi prioritari individuati nello studio per il Tavolo Automotive”.
Durante l’incontro sono stati anche resi noti i dati sulle prenotazioni degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti che, a due mesi dall’apertura della piattaforma ecobonus, lo scorso 3 giugno, le risorse messe a disposizione delle auto elettriche, quasi 230 milioni di euro, si sono rapidamente esaurite e hanno portato a oltre 25.000 prenotazioni. Riguardo il rinnovo del parco auto circolante, l’83% delle prenotazioni prevede una contestuale rottamazione, di cui il 42% modelli fino a euro 3. Il 77% delle risorse prenotate riguarda le persone fisiche (72% nel caso delle auto elettriche) e un quarto delle risorse prenotate è relativo a persone con ISEE inferiore a 30.000 euro. Nello specifico, in merito alle auto elettriche, il 41% delle prenotazioni inserite da persone fisiche interessa persone a basso ISEE, per un valore pari al 49% delle risorse disponibili.
«Bene la misura, fatto salvo qualche possibile aggiustamento nella distribuzione dei fondi tra una fascia emissiva e l’altra, per stimolare ulteriormente le vendite di vetture a bassissimo e nullo impatto ambientale – ha commentato ancora Roberto Vavassori – meno bene le tempistiche di implementazione, per cui si impone fin da ora una programmazione pluriennale. L’ecobonus è da intendersi come intervento una-tantum per dare l’avvio a determinate dinamiche di vendita, sia perché costoso per essere mantenuto a lungo, sia perché non in grado di sostituirsi ai naturali meccanismi del mercato».
«È giunto il momento di dedicare almeno altrettanta attenzione alle politiche di sostegno all’offerta – ha aggiunto il presidente Anfia – quindi alle politiche industriali per accompagnare nella transizione energetica l’intera filiera produttiva automotive, che non è formata soltanto da costruttori e componentisti, ma anche da comparti come le società di engineering e gli allestitori di veicoli commerciali e industriali, che vantano un alto grado di competenze e specializzazione. A tutti dobbiamo offrire soluzioni e nuove opportunità di business. La nostra è l’unica filiera a cui è richiesta, a livello europeo, un’impegnativa e obbligatoria transizione energetica entro tempi più brevi rispetto ad altri settori».
Per quanto riguarda la programmazione degli incentivi, il fondo automotive può contare ancora su una dotazione di 750 milioni per il 2025 e di un miliardo annuo dal 2026 al 2030, quasi 5 miliardi di euro rispetto agli 8 stanziati dal Governo Monti. Al momento sono ancora disponibili, per il 2024, oltre 109 milioni di euro per acquistare auto con motore termico e oltre 87 milioni di euro per le ibride plug-in.
“In parallelo al concretizzarsi della politica di attrazione di nuovi player e alla necessità di accompagnare il processo di riqualificazione della componentistica italiana” il Ministero ha annunciato che “verrà incrementata la quota destinata all’offerta, con 50 milioni nel 2022 e 350 milioni annui nel successivo biennio. Nel prossimo mese di settembre verrà quindi avviata la definizione del nuovo schema di incentivazione della domanda e dell’offerta della filiera, che terrà conto delle indicazioni delle altre Amministrazioni coinvolte e delle proposte avanzate dai principali stakeholder presenti al Tavolo”.