Cresce l’installazione di colonnine in Italia, superando quota 64mila. In Valle d’Aosta ce ne sono 780, di cui 144 da attivare

giovedì 6 Marzo 2025 - h. 10:30

Una Jeep Avenger collegata ad una colonnina HPC nel centro di Aosta

La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere, con i punti di ricarica a uso pubblico installati nella penisola che hanno superato quota 64mila: è quanto emerge dalla sesta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, lanciato mercoledì 5 marzo 2025 a Rimini, alla fiera “Key – The energy transition expo” da Motus-E, che rileva nel corso del 2024 la posa di 13.713 nuovi punti di ricarica, di cui 4.052 installati solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
Il numero dei punti di ricarica presenti sul territorio al 31 dicembre 2024 si attesta in particolare a 64.391 unità, valore che nonostante il ritardo nelle vendite di auto elettriche conferma l’Italia tra i Paesi più virtuosi d’Europa nell’infrastruttura al servizio dei veicoli a batteria.
In termini percentuali, la rete di ricarica italiana segna nel 2024 un’espansione di oltre il 27% e un aumento dei punti di ricarica negli ultimi due anni del 75%. Insieme al numero totale delle colonnine aumenta anche l’incidenza di quelle a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, segnando un record assoluto (lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni).

In Italia sono presenti 64.391 colonnine di ricarica pubblica

In Italia sono presenti 64.391 colonnine di ricarica pubblica

Guardando alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% dei punti di ricarica della Penisola, al Centro il 20% e al Sud il 23%. La Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (12.926), davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita dell’infrastruttura nel 2024, con 3.531 nuovi punti di ricarica installati, seguita dal Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945).
In Valle d’Aosta sono state installate 665 colonnine AC, di cui 545 attivate e quindi 120 ancora da attivare, mentre quelle installate in DC sono 115, di cui 91 attivate, con ancora 24 da rendere funzionanti. Complessivamente in Valle d’Aosta ci sono 780 colonnine, di cui 144 ancora da attivare, quindi 636 funzionanti.

Tra le città, Roma è quella che conta più punti di ricarica installati (3.117), seconda piazza per Milano (1.400) e terza per Napoli (1.235). La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per chilometri quadrati di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio (11 punti ogni chilometri quadrati), davanti a Torino (8 punti ogni chilometri quadrati) e Milano (poco meno di 8 punti ogni chilometri quadrati).
Uscendo dai centri urbani, aumentano ancora i punti di ricarica installati in autostrada, che al 31 dicembre 2024 raggiungono quota 1.087 (di cui il 64% con potenza superiore oltre i 150 kW), rispetto ai 932 registrati a fine 2023.

La tipologia di colonnine installate in Italia al 31 dicembre 2024

La tipologia di colonnine installate in Italia al 31 dicembre 2024

Grazie al contributo di RSE, il report include l’aggiornamento dell’analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati, da cui emerge che, considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 chilometri, con un rilevante passo avanti rispetto all’86% di copertura registrato a fine 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità di punti di ricarica cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 chilometri nei pressi delle grandi città: «grazie all’impegno degli operatori il processo di infrastrutturazione del Paese procede spedito ma c’è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza – ha osservato il presidente di Motus-E, Fabio Pressi – auspico che in quest’ottica vengano estesi i termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l’impiego e supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte, facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma unica nazionale gestita dal GSE. Più in generale è fondamentale una sempre più stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti da questo grande processo di infrastrutturazione del Paese. Il recente protocollo che abbiamo siglato con Unem per le colonnine nei distributori di carburante va esattamente in questa direzione: lavorare insieme per il bene del Paese».

Lo stesso approccio andrebbe esteso anche alla semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette in una quota del 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali (valore in lieve calo rispetto al 18% del 2023), o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell’energia, o per altre vischiosità burocratiche.

La crescita della rete di ricarica in Italia e la copertura autostradale

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Anche quest’anno lo studio confronta i progressi dell’Italia con quelli degli altri major market europei. Con 19 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l’infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (8 punti ogni 100 auto elettriche circolanti) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), conservando il primato anche se si considerano solo i punti di ricarica veloci in corrente continua: Italia (3,4 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Francia (2,6 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (1,7 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Regno Unito (1,2 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti).
Il rapporto punti di ricarica/circolante rispecchia i grandi passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale nonostante il notevole ritardo dell’Italia sulle immatricolazioni elettriche, testimoniato da una quota di mercato BEV nell’ordine del 5%, a fronte del 17,4% di market share registrato in Francia, il 16,6% della Germania e il 21,3% del Regno Unito.
L’Italia è davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di un punto di ricarica ogni 4 chilometri di strade. A seguire ci sono Regno Unito (un punto ogni 5 chilometri), Germania (un punto ogni 6 chilometri) e Francia (un punto ogni 7 chilometri). Il volume delle installazioni realizzate dagli operatori pone l’Italia sulla giusta traiettoria per rispettare gli obblighi del Regolamento europeo AFIR, con una compliance del 75-80% sugli obiettivi dell’Unione europea da centrare entro la fine dell’anno: «questi dati smentiscono completamente la narrazione di un’Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica – ha concluso il presidente di Motus-E – adesso però è il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato, anche attraverso l’atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE), per il quale la nostra associazione è a completa disposizione delle Istituzioni».

La sesta edizione del rapporto di Motus-e sulle infrastrutture di ricarica ad uso pubblico in Italia

fonte: ufficio stampa Motus-E

Redazione evda.it

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