«L’auto elettrica è in rapida evoluzione, può già soddisfare molte esigenze di viaggio anche se per alcuni impieghi deve ancora risolvere dei limiti, e soprattutto è un’auto che si guida più con la testa che con i piedi».
Così Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e presidente della Società meteorologica italiana, conclude su “Consumatori”, il mensile della Coop, il suo editoriale intitolato “Io e l’auto elettrica”, autocitandosi, come raccontava tredici anni fa quando fu uno dei pionieri della mobilità elettrica nazionale.
Infatti, Luca Mercalli, nel dicembre 2011 fu il primo italiano a dotarsi, coraggiosamente, di un’auto full electric, nello specifico una Peugeot iON, uno dei due cloni francesi della Mitsubishi i-MiEV (l’altro è la Citroën C-Zero), che utilizzava quotidianamente per i suoi spostamenti da Susa a Torino «caricandoci di tutto», che nel giugno 2023 l’ha sostituita con una nuova Peugeot e-208, gialla, con la quale, in poco più di un anno, ha percorso 27mila chilometri: «guido elettrico da tredici anni e posso fare un bilancio realistico dei pro e dei contro di questo modo di muoversi che tutti criticano e pochi conoscono», scrive sul periodico, cercando di rispondere alle cosiddette “domande frequenti”.
“L’efficienza del motore elettrico rispetto a quello termico è innegabile”.
«Da un punto di vista energetico e delle emissioni, conviene veramente? – inizia a chiedersi – sì. L’efficienza del motore elettrico rispetto a quello termico è innegabile. Dell’elettricità non si butta via quasi nulla, di benzina e gasolio si butta il 75 per cento in calore dal radiatore. Per ridurre al minimo le emissioni bisogna però utilizzare il più possibile energie rinnovabili, meglio se si hanno i pannelli solari sulla propria casa (così anche i costi sono a zero)».
«Ci sono abbastanza colonnine di ricarica? – continua Luca Mercalli, smontando uno ad uno i più diffusi luoghi comuni – sì, facile trovarle con app sul telefonino. Il problema è il costo dell’energia, che sulle ricariche rapide in autostrada arriva a eguagliare quello della benzina. Ovvero paghi più la velocità di ricarica che la corrente. Le Bev (Battery Electric Vehicles) hanno abbastanza autonomia? Dipende dall’uso. Oggi un’auto di segmento medio fa circa 350 chilometri con 50 kWh di energia stoccata. Se sei pendolare con percorsi fissi di alcune decine di chilometri al dì, soprattutto in città, è perfetta. Se fai centinaia di chilometri al giorno è meno adatta, ma un viaggio lungo ogni tanto si affronta senza problemi, basta organizzarsi prima le tappe. Se hai un parcheggio in garage o in cortile con presa di ricarica è comodissima; se abiti in condominio e parcheggi in strada molto meno, perché il tempo di occupazione del posto auto a ricarica conclusa dà luogo a una penale economica. Se accendi il riscaldamento fai meno strada, e nei luoghi freddi, quando serve sbrinare i vetri, bisogna tenerne conto per non restare a piedi! Invece il condizionatore per il raffrescamento è più efficiente e ha un consumo limitato. E le batterie a fine vita sono un problema per lo smaltimento? Si possono riciclare, recuperando i preziosi elementi che contengono, come il litio, il nichel e il cobalto. La legislazione europea obbliga già ora al riciclo, che d’altra parte è lo stesso pure per batterie di telefonini, trapani e altri oggetti sempre più diffusi».
«Ma perché l’Unione Europea ci obbliga a produrre soltanto auto elettriche dal 2035 invece di lasciar ridurre le emissioni al mercato tramite la neutralità tecnologica? – scrive ancora Luca Mercalli sul mensile della Coop – l’unico modo veramente efficace di diminuire le emissioni di gas serra dei trasporti su gomma è il motore elettrico con uso di energia rinnovabile da idroelettrico, eolico, solare. Il motore termico, oltre che meno efficiente, non riduce a sufficienza le emissioni anche se alimentato a biocombustibili o e-fuels (combustibili sintetici prodotti a partire da energia rinnovabile). Questo perché i rendimenti delle trasformazioni da colture agricole o energia elettrica rinnovabile a e-fuels sono bassi. Meglio utilizzare subito l’elettricità in batteria, a ogni trasformazione se ne butta via una bella fetta, come insegna il secondo principio della termodinamica».
E la Peugeot iON? Luca Mercalli non entra nel merito della sua esperienza pioneristica nell’editoriale su “Consumatori”, ma ha raccontato a evda.it che l’ha recentemente venduta ad un fortunato privato, che gliel’ha pagata mille euro.
Qui sotto, un videoservizio di Electric Motor news in cui Luca Mercalli raccontava le motivazioni della sua scelta di mobilità elettrica, assolutamente attuali anche a tredici anni di distanza.