Su vailelettrico la segnalazione di un bug tecnico avvenuto in una colonnina HPC ad Aosta diventa un caso sociale

giovedì 13 Febbraio 2025 - h. 18:30

Una finta ricarica lenta alla colonnina HPC di via Piave, ad Aosta

Ultimamente sono diverse le segnalazioni che arrivano dalla Valle d’Aosta a vaielettrico, la testata online diretta da Mauro Tedeschini che si occupa di mobilità elettrica.
A parte qualche post al limite del ridicolo, come quello di Marco Broglio che definisce le EV «similfrullini elettrici», mettendo insieme “un cumulo di sciocchezze scritte con toni inaccettabili” o quella di Francesco Beriachetto che definisce le Tesla «lumache» e si chiede come mai due auto con targa francese percorrano l’autostrada Aosta-Courmayeur a 100 chilometri orari, ipotizzando che le auto «fossero in riserva di batteria» e interrogandosi su «che senso ha comprare un macchinone da oltre 70-80mila euro per poi viaggiare in autostrada come una Pandina», senza sapere che il limite sul quel tratto di A5 è proprio di 100 km/h, particolarmente interessante è quella di Patrick Ottoz, che ha evidenziato un serio problema mentre stava caricando la sua Renault Zoe R135: «mentre ero in centro città per lavoro – ha scritto – arrivato in zona con il 7% di batteria, ho parcheggiato presso una colonnina CCS2 da 50kW vicino alla mia destinazione. E ho messo l’auto in carica con l’intenzione di raggiungere circa l’80% prima di ripartire. Tuttavia, il mio impegno lavorativo si è protratto più del previsto, e la carica è proseguita fino al 100% in 1 ora e 29 minuti. Sono tornato a recuperare l’auto 38 minuti dopo la fine della ricarica, entro i 60 minuti di sosta consentiti dalla normativa. Con sorpresa, la spina CCS2 era scollegata e reinserita nella colonnina, mentre lo sportello di ricarica dell’auto era rimasto aperto. Questo significa che qualcuno, in mia assenza, ha rimosso il cavo dall’auto. Tale situazione mi ha esposto a possibili sanzioni da parte della Polizia Locale. O, peggio, addirittura alla rimozione del veicolo, nonostante fossi nei limiti di tempo previsti dalla legge».

Due scenari possibili per capire l’accaduto

Una Fiat Punto di un principiante alla guida parcheggiata abusivamente alla colonnina HPC in piazza della Repubblica ad Aosta

Una Fiat Punto di un principiante alla guida parcheggiata abusivamente alla colonnina HPC in piazza della Repubblica ad Aosta

«Vedo due scenari più possibili per quel che mi è accaduto – ha continuato – lo sblocco è automatico e, un automobilista con auto dalla ricarica veloce (per esempio Tesla con OBC da 150kW) aveva urgente bisogno di ricarica e ha scollegato la mia auto, salvo poi rendersi conto che la colonnina eroga 50kW, insufficienti per il suo veicolo. Oppure un passante ha deciso di fare il giustiziere, scollegando la mia auto a ricarica conclusa, senza verificare se fossi nei tempi previsti. Indipendentemente dal motivo, il problema principale è che la mia auto non ha la possibilità di impedire lo sblocco automatico della presa CCS2 al termine della carica. Cosa che non avevo mai considerato un rischio fino a oggi. Comprendo la frustrazione di chi desidera caricare senza attese, o colga l’occasione per punire comportamenti odiosi. Ma è importante evitare di prendere iniziative che mettano in difficoltà altri automobilisti rispettosi delle regole. Se la Polizia avesse rimosso la mia auto, dimostrare la mia innocenza sarebbe stato complesso e probabilmente oneroso. È essenziale sensibilizzare gli utenti sulle corrette pratiche di utilizzo delle colonnine e sull’importanza di non agire d’impulso».

Bisogna evidenziare che, dalle colonnine HPC di Duferco presenti nel centro di Aosta, così come in quelle di Becharge-Plenitude e di EnelX, non è possibile staccare le spine CCS2 e CHAdeMO senza prima autenticarsi, mentre non ci sono problemi a far finta di ricaricare tramite l’attacco tipo2 perché è presente solo un sportellino di protezione e non il meccanismo di sblocco che è invece attivo nelle colonnine quick.
Sono in diversi, soprattutto in piazza della Repubblica o in via Piave, ad approfittare dello stallo, visto anche il costo di 2 euro l’ora del parcheggio, collegando il cavo alla carica lenta ma senza utilizzare la colonnina, che resta “disponibile” con la luce verde accesa, a differenza di quelle che effettivamente stanno caricando, dove il led diventa blu.
Ad Aosta però, le BEV possono chiedere ed ottenere l’esenzione del pagamento delle zone blu, chiedendo un permesso che costa oltre 52 euro e quindi non avrebbe nessun senso occupare abusivamente la colonnina HPC.

La risposta di vaielettrico e gli assurdi commenti

Una BMW i3 lasciata abusivamente nello stallo di ricarica, con il cavo collegato solo all'auto per simulare la ricarica

Una BMW i3 lasciata abusivamente nello stallo di ricarica, con il cavo collegato solo all’auto per simulare la ricarica

Gli esperti di vaielettrico hanno risposto che “onestamente non sapevamo che fosse possibile sbloccare il cavo dell’auto a ricarica conclusa, anche in assenza del proprietario. Tanto più che lo stallo resta comunque occupato e non si capisce bene dove si andrebbe a posizionare un altro automobilista intenzionato ad usufruire della colonnina. Forse il problema nasce anche dal fatto che chi arriva vede solo che la ricarica è conclusa e non può sapere da quanto è terminata. Ignora quindi se l’auto in questione rientra nei limiti di tempo considerati di tolleranza, in questo caso un’ora”.
“Sarebbe comunque buona norma, in caso di abusi, chiamare la Polizia Locale – aggiungono – ed evitare improbabili tentativi di farsi giustizia da soli”.

Ovviamente non sono mancati i troll nei commenti, personaggi che non hanno idea di come funzionino le ricariche alle colonnine e non sanno nulla dell’organizzazione delle stesse ad Aosta, ai quali però Patrick Ottoz ha risposto educatamente: «quindi una batteria al 7% non giustifica una ricarica e le intenzioni di farla breve e veloce non si sono capite? – ha motivato nei vari commenti – l’intenzione era di finire molto prima. I parcheggi blu qui sono gratuiti per le auto elettriche, quindi non avevo motivo per occupare abusivamente la stazione di ricarica. La colonnina utilizzata ha due spine, una CCS2 da 50kW, una CHAdeMO da 50kW e un cavo Mennekes tipo 2. Non si possono utilizzare simultaneamente le due spine DC, ma si può caricare simultaneamente con DC + AC. Visto che la colonnina è da 50kW, volevo caricare velocemente fino al massimo a 50%-80%. Pensavo che si trattasse di un lavoro toccata-e-fuga, invece è andata per le lunghe, ma vedo diversi commenti molto rapidi a fare il processo alle intenzioni. La prossima volta userò la ricarica AC, che non è coperta dallo sblocco automatico. Caricare a 50kW (massimo 45, in realtà) dovrebbe dimezzare il tempo rispetto a 22kW (20-21 reali), almeno fino al 55%, poi inizia gradualmente a scendere. In questo caso specifico mi faceva molto comodo effettuare una bella ricarica in tempi brevi. Il prolungamento dell’impegno è stato un imprevisto. Il cavo AC tipo 2 delle colonnine resta bloccato esattamente come quello di proprietà, e in quasi tutte le Fast non c’è la presa, ma il cavo. In questo caso non potevo utilizzare la ricarica AC, poiché era impegnata da un’altra auto (una plug-in, non ho guardato bene quale fosse, ho notato solo il tubo di scarico) e credo di aver diritto come chiunque altro a effettuare una ricarica in uno stallo libero. Con le ricariche DC la mia (acquisto del 2022) sgancia il cavo. Magari non tutti i software sono uguali, io me ne sono accorto solo di recente».

La stazione di ricarica di via Piave, ad Aosta, resa inutilizzabile da due auto termiche parcheggiate abusivamente

La stazione di ricarica di via Piave, ad Aosta, resa inutilizzabile da due auto termiche parcheggiate abusivamente

Non sono mancati i commenti maleducati, stranamente autorizzati dalla testata che, di solito, banna i troll: «la prossima volta ti svegli – ha scritto un utente, che evidentemente non aveva capito la problematica – e sappi che, se passo io e la vedo scollegata, chiamo la Polizia locale e te la faccio portare via».
«Senza fustigazione pubblica in sala mensa, non ci sto – ha ribattuto, ironicamente Patrick Ottoz – siete un po’ eccessivi, fai sempre trollate simili senza neppure conoscere l’altro e ignorando il contesto? In città il parcheggio è gratuito per le auto elettriche (dispongo di regolare contrassegno), quindi non ho certo bisogno di trucchi del genere. Avevo semplicemente bisogno di ricaricare e non ho barato sui tempi, ho riportato esattamente gli orari basati sulla cronologia delle ricariche dell’app».
Non sono mancati ovviamente neanche i petrolhead che suggeriscono di comprare «un auto e hai risolto il problema. Non ti serve fare il furbo lasciando collegato il tuo aspirapolvere a pile per ore e ore e non pagare il parcheggio con la scusa del “lavoro”!»
«Hai ragione, andrò subito a comprare una stufa diesel scorreggiante che mi fa anche il favore di portarmi in giro, così non dovrò preoccuparmi della ricarica» ha ribattuto ancora Patrick Ottoz, che ha ribadito il fatto che «i parcheggi blu qui sono gratuiti per gli aspirapolvere a quattro ruote».

«Non credo che possa essere legalmente irreprensibile un procedimento che espone un cittadino al rischio di sanzioni anche in caso di comportamenti legali – ha poi concluso, annunciando un controllo tecnico in assistenza per risolvere il bug – quindi non lo trovo affatto normale immagina di parcheggiare in una zona perfettamente legale e ritrovarla macchina parcheggiata in divieto perché qualcuno ha spostato il veicolo. Detto questo, come regola personale preferisco non impegnare le fast oltre lo stretto necessario, nella consapevolezza delle necessità altrui. La ricarica DC (CCS2) si ferma e la Zoe dopo qualche secondo sblocca la presa. Probabilmente non è l’unica auto a farlo».

Angelo G. Musumarra

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